ANALISI STRUTTURATA DEL PROGETTO
Descrizione ed analisi del problema
Il settore sanitario occupa circa il 10% dei lavoratori dell’Unione europea, ed è pertanto uno dei più grandi settori occupazionali, con un’ampia gamma di professioni. Le donne rappresentano circa il 77% della forza lavoro. La percentuale di infortuni sul lavoro in questo settore, con un 30% circa in più rispetto alla media, è tra le più elevate nell'Unione europea. Con una porzione così ampia della forza lavoro globale impiegata in questo settore ad alto rischio, e in previsione di un crescente bisogno di operatori sanitari in futuro, il potenziale impatto di questi rischi è considerevole e richiede una risposta adeguata.
A livello europeo, i disturbi muscoloscheletrici degli arti superiori e del collo (DMAS) rappresentano la forma di malattia professionale più diffusa in Europa, responsabile del 45% e più di tutte le malattie professionali; nel settore sanitario, per tali disturbi, si registra il secondo tasso più elevato di incidenza tra le patologie correlate al lavoro (DMS), subito dopo il settore edilizio. Il personale operante in ambito sanitario è esposto a diversi rischi durante lo svolgimento delle attività quotidiane, quali il sovraccarico biomeccanico, le posture incongrue, i movimenti scoordinati e/o ripetuti. Posture di lavoro scorrette vengono spesso assunte nell’assistenza al letto del paziente, ma anche in ambito chirurgico o durante le attività di laboratorio e di soccorso.
In alcune circostanze i lavoratori sono esposti anche a rischi legati all'utilizzo di sostanze chimiche (disinfettanti, gas anestetici, detergenti, …) oltre che a medicamenti che, soprattutto in sede di preparazione, possono entrare in contatto con la pelle o penetrare nelle vie respiratorie e provocare reazioni locali o sistemiche, come le malattie cutanee, più spesso di origine tossico-irritativa che non allergica, affezioni nasali, patologie sinusali, oculari e asma.
L’utilizzo di alcuni strumenti di lavoro, quali aghi, siringhe, bisturi e altri dispositivi dotati di ago o taglienti, comporta un rischio di esposizione percutanea (puntura o taglio) con possibile trasmissione ematica di agenti biologici quali il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) e i virus dell’epatite B e C, nonché di qualsiasi altro patogeno temporaneamente o permanentemente presente nel sangue dei pazienti assistiti; oltre 60 patogeni diversi sono stati implicati in casi di infezione occupazionale in operatori sanitari. Una recente stima della prevalenza annuale di esposizioni percutanee con strumenti contaminati negli operatori sanitari europei si aggira intorno al 32% (dal 19% nell’Europa occidentale al 47% nell’Europa dell’Est).
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti rappresentano un altro potenziale rischio. Non da ultimo, va considerato il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione lavorativa e le sue conseguenze sulla salute e sicurezza.
Anche il lavoro a turni, il cambiamento di ritmi di lavoro, il lavoro notturno, i fattori organizzativi e i rapporti con i colleghi possono essere fonte di stress e altre patologie professionali. Nelle strutture sanitarie, oltre al personale sanitario (medici, infermieri, laboratoristi ecc.), sono esposti a rischi anche il personale di supporto e tecnico, nonché un’intera gamma di professionisti, compresi i tirocinanti, gli apprendisti, i lavoratori a tempo determinato, i lavoratori somministrati e glistudenti che seguono corsi di formazione sanitaria. Gli addetti alle pulizie, che rappresentano una percentuale non trascurabile dei lavoratori del settore sanitario, sono esposti a pericoli e rischi che variano in funzione dello specifico luogo di lavoro.
Il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori nel Settore richiede un’azione costante di monitoraggio degli eventi dannosi, infortuni e malattie professionali, oltre all’analisi delle situazioni di rischio che si presentano nei luoghi di lavoro, nell’ottica di un approccio proattivo da parte delle istituzioni a supporto delle aziende.
Soluzioni ed interventi proposti sulla base delle evidenze scientifiche
A partire dalle conoscenze disponibili attraverso le banche dati (Banca dati statistica Inail delle denunce e indennizzi, sistemi di sorveglianza Informo, Malprof, registri di patologia e reti di monitoraggio come il Programma SIROH) si mira ad ampliare il campo di osservazione dei fattori di rischio sia tramite l’analisi post-evento (attraverso i suddetti archivi) che pre-evento (nel caso del monitoraggio dei processi aziendali). Inoltre, si prefigura la possibilità di sperimentare su più larga scala un modello di assistenza alle aziende attraverso la conduzione di Piani mirati, secondo l’impianto scaturito dagli interventi attuati in questi anni per alcune realtà locali e alla luce della verifica d’efficacia delle azioni preventive.
Fattibilità /criticità delle soluzioni e degli interventi proposti
Il Piano Nazionale per la Prevenzione 2014-2018, tra le sue strategie, delinea il “perfezionamento dei sistemi di conoscenza dei rischi e dei danni da lavoro”, anche attraverso l’implementazione dei sistemi di sorveglianza, tra cui Informo e Malprof, e il “miglioramento della efficacia delle attività di controllo e della compliance da parte dei destinatari delle norme”. Quest’ultimo programma è incentrato sulla “promozione di un approccio dei Servizi delle ASL di tipo proattivo, orientato al supporto al mondo del lavoro” al fine di definire modalità di intervento sul territorio per il trasferimento di strumenti valutativi alle aziende.
Aree territoriali interessate e trasferibilità degli interventi
Per le regioni Lombardia, Lazio, Sicilia e Puglia collaboreranno rispettivamente i Servizi di prevenzione di ATS Milano, Asl Viterbo, Asl Civitavecchia, Asl Messina e Puglia, i cui interventi saranno caratterizzati dalla trasferibilità alle aziende del settore sanitario di supporti per la valutazione dei rischi e, tramite gli Rspp, l’implementazione di sistemi di gestione per la sicurezza sul lavoro (SGSL), anche attraverso il coinvolgimento di parti sociali, soggetti istituzionali operanti in materia nello stesso ambito territoriale e società scientifiche.
Ambito istituzionale e programmatorio di riferimento per l’attuazione degli interventi proposti (anche in riferimento a piani e programmi regionali)
Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018 e programmi regionali, nei territori coinvolti nel progetto, per attività di assistenza alle imprese (in particolare Piani mirati prevenzione).
Programma delle attività di ricerca dell’Inail per l’approfondimento dei fattori di rischio, la sorveglianza degli infortuni e delle malattie professionali e la gestione integrata dei rischi in azienda.